Situato nel cuore di Brera - Milano - all'angolo tra la trafficata via Pontaccio e via Brera, El Beverin è il ritrovo perfetto per chi desideri un ritrovo dall'atmosfera tranquilla e discreta.
Il locale, di notevole pregio storico, è diventato nel tempo un ritrovo chic, amato dai milanesi e molto frequentato da turisti e visitatori di passaggio.
Aperto dalle 6 alle 3 non-stop, è l'approdo ideale in ogni momento della giornata, a cominciare dalla colazione. Difficile resistere alla tentazione di accompagnare caffè e cappuccino con una delle tante specialità dolciarie. A mezzogiorno, ad accogliere la clientela (50 posti al piano, 60 posti nel seminterrato, 45 posti all'aperto), un appetitoso menù - scritto in italiano ed in inglese per sottolineare il carattere internazionale della metropoli, cambia giornalmente - con una generosa scelta tra diversi piatti preparati al momento: primi, secondi e tante gustose insalate oltre che un'interminabile lista di panini. E ancora, per un aperitivo in compagnia pre-cena e dopocena - fino a tarda sera - una ricca carta di cocktail classici e molte creazioni originali della casa.
Millenovecentosessantaquattro: un giovane fotografo, Uliano Lucas, riprende un gruppo di artisti al "Bar Genis", all'angolo tra via Brera e via Pontaccio.
Da sinistra, in piedi: Aldo Calvi, Arturo Vermi, Marco Carnà, Ugo La Pietra; seduti: Luciano Fabro, Luigi Piciotti, Serge Vandercam, Costantino Guenzi, Aurelio Caminati, Tomonori Toyofuku, Angelo Verga, Agostino Ferrari, Domenico Cara, Claudio Papola, Francis De Gaspari, Dartell e Nanda Vigo.
Oggi, lo specchio - presente nella foto di sopra - con una vecchia pubblicità del Vermouth, a tutta parete, presente nella sala sotterranea al "El Beverin".
Lo stemma del Ducato di Milano ebbe diverse configurazioni, a seconda del periodo storico e, in particolare, della dinastia regnante. Il primo stemma attestato utilizzato dal territorio milanese era in tutto e per tutto uguale alla bandiera ufficiale dello stato e consisteva in una croce rossa su sfondo d'argento, stemma che ancora oggi viene utilizzato come emblema dal comune di Milano. Con l'istituzione del Ducato, lo stemma coincise con quello della casata dei Visconti prima, e degli Sforza poi. Questi due stemmi sono strettamente collegati tra loro, in quanto hanno segnato la formazione stessa di tutti i successivi blasoni adottati dal territorio milanese. Lo stemma dei Visconti era d’argento alla biscia d’azzurro ondeggiante in palo e coronata d’oro, ingolante un moro di carnagione. Quando l'ultima dei Visconti, Bianca Maria sposò il giovane Francesco Sforza, la prima casata trasmise alla seconda il diritto di successione sul ducato, e la nuova dinastia adottò un nuovo stemma che sostanzialmente consisteva nella ripresa del vecchio emblema visconteo, con l'aggiunta inquartata di un'aquila nera a sfondo dorato. Il mantenimento del biscione dei Visconti, non era semplicemente un vezzo araldico, ma era innanzitutto un vanto di antica signoria in quanto il Ducato di Milano aveva goduto di questo stemma sin dal 1395, ma soprattutto questo emblema era una continua riconferma del ruolo di signori di Milano detenuto dagli Sforza, i quali volevano così dimostrare di essere i legittimi successori dei Visconti, dai quali avevano ottenuto addirittura l'uso dell'arme nella blasonatura. Questo stratagemma araldico si era rivelato necessario e molto utile in quanto, come si ripropose poi nella storia del tardo Quattrocento, altre potenze (tra cui la Francia per prima) più volte avevano vantato parentele legittime coi Visconti che avrebbero potuto far vantare a re stranieri i diritti di successione sul ducato milanese.
La fontana sotterranea che dà il nome al locale.